Vita e famiglia: una questione laica ma il sostegno della Chiesa fa la differenza

Vita e famiglia: una questione laica ma il sostegno della Chiesa fa la differenza

La normativa italiana sulla procreazione assistita, quantomeno nel suo impianto originario, pur legittimando una pratica ritenuta illecita dalla morale cattolica, conteneva al suo interno quattro principi che rappresentavano un argine ad ulteriori derive etiche: l’embrione come titolare di diritti; il divieto di sperimentazione sugli embrioni congelati e non impiantati; il divieto di fecondazione eterologa; il limite a tre del numero di embrioni da impiantare. Purtroppo, gli ultimi due principi, usciti indenni dal referendum abrogativo come gli altri due, sono stati spazzati via da due distinte sentenze della Corte Costituzionale nel 2009 e nel 2014.

Un’ulteriore prova di affiatamento tra laicato ed episcopato italiani fu il Family Day del 2007 che contribuì a fermare il disegno di legge sui DICO, antesignano delle unioni civili attualmente vigenti. Nel 2016, nonostante la mobilitazione popolare fosse stata ancor più imponente, le gerarchie ecclesiali ritennero opportuno non schierarsi contro il nuovo progetto di legge. L’episcopato preferì dunque incoraggiare la linea della trattativa con le forze politiche che appoggiavano le unioni civili, ottenendo però soltanto lo stralcio della stepchild adoption. Questa linea morbida non fu condivisa dal laicato sceso in piazza, che avrebbe preferito il rigetto integrale del progetto di legge. La stessa dinamica si è ripresentata in occasione dell’approvazione della legge sul biotestamento, alla fine del 2017, che oltretutto non riscontrò un’opposizione significativa da parte delle associazioni laicali, mentre riguardo all’attuale dibattito sull’eutanasia e sul suicidio assistito, la risposta della CEI, per quanto chiara e vigorosa, è sembrata piuttosto tardiva.

Altri esempi virtuosi di alleanza tra clero e laicato arrivano dai paesi natali di due pontefici. Lo scorso anno, in Argentina, la Conferenza Episcopale è stata in prima linea nella difesa della vita dal concepimento. Con il risultato che, pur essendo stato precedentemente approvato alla Camera dei Deputati, nell’agosto 2018, il disegno di legge per la depenalizzazione dell’aborto è stato definitivamente respinto in Senato, con 31 voti favorevoli e 38 contrari. Il paese pro life per definizione resta comunque la Polonia, dove, dal 2015, governo e chiesa si ritrovano in perfetta simbiosi nella difesa dei principi non negoziabili. In virtù di una fede cattolica e di una devozione mariana particolarmente radicate, in Polonia, dal 1993, vige una legge sull’aborto tra le più restrittive d’Europa, in quanto consente di interrompere la gravidanza solo in caso di stupro, pericolo di vita per la madre e gravi malformazioni del feto. Nella terra natale di San Giovanni Paolo II non sono mancati tentativi di allargare il diritto all’aborto, attraverso proteste di piazza di gruppi femministi, che hanno portato a una proposta di legge, respinta però dal Parlamento, mentre la maggioranza di governo, al contrario, sta continuando a studiare nuove ulteriori restrizioni alla facoltà di abortire. Un ulteriore episodio virtuoso di alleanza vescovi-popolo si registra in Ecuador, dove nei giorni scorsi il parlamento ha respinto una progetto di legge per la depenalizzazione dell’aborto in sette casi specifici. Anche in questo caso, la conferenza episcopale locale ha espresso palesemente il proprio pensiero in merito e ha manifestato soddisfazione per l’esito del voto.

La difesa della vita e della famiglia è un tema universale e aconfessionale che riguarda ogni cittadino, credente o non. È giusto, quindi, che le relative battaglie civili siano portate avanti in primis dal laicato, senza la necessità di “vescovi pilota” che dettino la linea. Al tempo stesso, però, è altrettanto giusto ed opportuno che la Chiesa non manchi mai di far sentire la propria voce di “madre” e “maestra”: una madre che indirizza, incoraggia e sostiene spiritualmente sempre i propri figli, anche quando questi hanno le idee chiare e sono determinati nel percorrere la propria strada.