Safiria Leccese: La parola “Miracolo” vuol dire conversione del cuore
Hai fatto vari speciali su Medjugorje. Qual è’ il tuo rapporto con questo luogo mariano?
Secondo me Medjugorje è un luogo molto particolare e con questo non voglio entrare in opinioni di chi è pro o di chi è contro. Dobbiamo vederlo come un luogo unificatore, cioè è un posto (come ha scritto un bravissimo collega Vittorio Messori) che se la Madonna non c’era stata nel 1981 adesso dopo 4 milioni di persone che ci sono andate, la Madonna ci sarà sicuramente andata.
E’ successa una cosa anche un po’ buffa, quando ho finito di scrivere il libro, mi sono auto riletta le bozze prima di mandarle alla casa editrice, al ché mi sono accorta dopo aver riletto tutto che su 9 storie 8 passavano da Medjugorje.
Chi l’ha letto dopo, durante le presentazioni mi ha chiesto se lo avessi fatto apposta ma posso dire espressamente di no, per niente, non intendevo mettermi su quel terreno.
Però dico anche che se questo è accaduto, vuol dire che Medjugorje in questo momento storico, ha da dire qualcosa e che la Madonna (da quando è comparsa dal 1800 tramite La Salette, Rue du Bac, Roma, Lourdes, la Rivelazione) in questo tempo Maria ha un ruolo particolare, se noi crediamo che Cristo è venuto per portare l’umanità al Padre.
Attraverso il tuo lavoro, ti sei avvicinata alla figura di Maria?
Faccio molta fatica a rispondere alle domande più personali, però posso dire che sicuramente nella mia vita c’è stata un evoluzione e penso che il lavoro si sia intrecciato con le mie vicende personali e non è stata né la causa e né il frutto. Per esempio nella trasmissione “La strada dei miracoli” non sono stata scelta per un credo particolare ma chi mi ha scelta non sapeva niente di me. Ma sicuramente ci sono state esperienze che mi hanno cambiata anche quella di aver incontrato la figura di Giovanni Paolo II, aver raccontato davanti alle telecamere in mondo visione, per conto del Vaticano, la sua Beatificazione è sicuramente qualcosa che si è intrecciata con la mia vita.
Ti sei quindi avvicinata a Karol Wojtyla grazie al tuo lavoro?
Ho incontrato Giovanni Paolo II durante una riunione per i professori all’Università Luiss, all’epoca nel 1995, avevo un contratto di docenza universitaria e non ero credente.
Posso solo dirvi che guardando Giovanni Paolo II da vicino mi ha un po’ scioccata soprattutto il suo sguardo. Eravamo a pochi centimetri di distanza, io anziché aspettarlo dentro con gli altri (dove si sarebbe tenuta l’udienza per 80 persone) lo aspettai in corridoio forse per sfida proprio perché non ero credente.
Il suo sguardo non l’ho mai dimenticato, mi ha proprio folgorata, avevo 25 anni e quell’incontro fu per me qualcosa di grandioso.
Fatima, Lourdes e Medjugorje possiamo considerarle un’unica e grande continuazione di un progetto mariano?
Immagino di si, la chiesa ha riconosciuto Fatima e Lourdes, adesso nei confronti di Medjugorje mi sembra che ci sia un atteggiamento di giusta prudenza perché le apparizioni sono ancora in corso ma indubbiamente un progetto mariano c’è.
Mi piace anche molto un’immagine che forse ci aiuta a decodificare un po’ il ruolo di Maria che sono delle immagini dell’iconografia cristiana antica che sono state riprese da artisti meravigliosi che stanno riempendo il mondo delle loro opere, in cui si vede la Madonna che tesse la carne del Verbo. Praticamente prima che arrivasse Gesù nell’incarnazione era il Verbo di Dio ma poi Lei ha tessuto questa carne dando tutto di sé.
Quindi, Maria come non potrebbe non essere nel progetto di questa salvezza!