Accostiamo spesso l’età avanzata delle persone attorno a noi, alla sapienza. E per fortuna nella maggior parte dei casi questa associazione funziona. Le società sempre più anziane preoccupano, tuttavia ci danno la possibilità di attingere all’esperienza di chi ha camminato nella vita più a lungo rispetto a noi. Nell’udienza odierna il Papa si sofferma proprio su questo tema, mettendo in risalto il privilegio dell’anzianità.
La Bibbia ci dona varie immagini, che in qualche maniera evocano le situazioni drammatiche che attualmente viviamo. Il progresso di cui tutti siamo entusiasti, ci sta portando pericolosamente verso un limite di sopportazione da parte del pianeta. Papa Francesco evoca come esempio il diluvio universale.
Nel racconto biblico, – ci dice – quando si tratta di mettere in salvo dalla corruzione e dal diluvio la vita della terra, Dio affida l’impresa alla fedeltà del più vecchio di tutti, il “giusto” Noè. La vecchiaia salverà il mondo, mi domando? In che senso? E come salverà il mondo, la vecchiaia? E qual è l’orizzonte? La vita oltre la morte o soltanto la sopravvivenza fino al diluvio?
Attualmente abbiamo in atto altri tipi di diluvi. Gesù, nel Vangelo di Luca (Lc 17,26-27) mette l’accento sul fatto che gli esseri umani, quando si limitano a godere della vita, smarriscono perfino la percezione della corruzione, che ne mortifica la dignità e ne avvelena il senso. Quando si smarrisce la percezione della corruzione, e la corruzione diventa una cosa normale: tutto ha il suo prezzo, tutto! Si compra, si vende, opinioni, atti di giustizia … Questo, nel mondo degli affari, nel mondo di tanti mestieri, è comune. E vivono spensieratamente anche la corruzione, come se fosse parte della normalità del benessere umano.
Siamo abituati a sfruttare tutto. E questo senza preoccuparsi della mortificazione e dell’avvilimento di cui molti soffrono, e neppure del male che avvelena la comunità. Finché la vita normale può essere riempita di “benessere”, non vogliamo pensare a ciò che la rende vuota di giustizia e di amore. “Ma, io sto bene! Perché devo pensare ai problemi, alle guerre, alla miseria umana, a quanta povertà, a quanta malvagità? No, io sto bene. Non mi importa degli altri”. Questo è il pensiero inconscio che ci porta avanti a vivere uno stato di corruzione.
Il Papa ci mette in guardia dal perverso meccanismo, secondo cui la corruzione diventa normalità. Si può respirare l’aria della corruzione come si respira l’ossigeno. “Ma è normale; se lei vuole che io faccia questo di fretta, quanto mi dà?”. E’ normale! È normale, ma è una cosa brutta, non è buona! Che cosa le apre la strada? Una cosa: la spensieratezza che si rivolge solo alla cura di sé stessi: ecco il varco che apre la porta alla corruzione che affonda la vita di tutti. La corruzione trae grande vantaggio da questa spensieratezza non buona.
Per fortuna, la saggezza dell’anziano, ci viene incontro. La speciale sensibilità di noi vecchi, – ci fa notare il Santo Padre – dell’età anziana per le attenzioni, i pensieri e gli affetti che ci rendono umani, dovrebbe ridiventare una vocazione di tanti. E sarà una scelta d’amore degli anziani verso le nuove generazioni. Saremo noi a dare l’allarme, l’allerta: “State attenti, che questa è la corruzione, non ti porta niente”.
Tuttavia in questo senso diventa pericoloso quando gli anziani non hanno maturato e si diventa vecchi con le stesse abitudini corrotte dei giovani. Pensiamo al racconto biblico dei giudici di Susanna: sono l’esempio di una vecchiaia corrotta. E noi, con una vecchiaia così non saremmo capaci di essere profeti per le giovani generazioni.
La catechesi di oggi si conclude con un appello del Papa ai suoi coetanei. State attenti: voi avete la responsabilità di denunciare la corruzione umana nella quale si vive e nella quale va avanti questo modo di vivere di relativismo, totalmente relativo, come se tutto fosse lecito. Andiamo avanti. Il mondo ha bisogno, ha necessità di giovani forti, che vadano avanti, e di vecchi saggi. Chiediamo al Signore la grazia della saggezza.
Il pensiero del Pontefice, sempre rivolto ai risvolti drammatici della guerra in Ucraina, ci porti ancora a pregare con lui chiedendo al Signore il perdono e chiedendo la pace.