Papa Francesco: discernere attraverso l’ascolto del cuore

ascolto, cuore
pixabay.com

Se parliamo del discernimento nella Chiesa, quasi naturale viene il riferimento a sant’Ignazio di Loyola, maestro in questa materia. Nell’udienza di oggi, il Santo Padre ce lo propone come testimonianza concreta di un discernimento vissuto, sperimentato e poi proposto ai propri confratelli e alla Chiesa tutta. 

Papa Francesco ci racconta anzitutto l’inizio del cammino di discernimento, dello stesso santo e di quanto egli cominci ad accorgersi delle differenze nei propri sentimenti, di fronte alle varie possibilità di strada da intraprendere. Tra il fascino dei sogni cavallereschi e delle vite dei santi come Francesco e Domenico, e la gioia come frutto dei pensieri sulle austerità della vita povera per il buon Dio, il suo cammino per compiere la scelta.

Veniamo invitati anzitutto a considerare due aspetti di questa ricerca. La prima è il tempo. Cioè i pensieri del mondo all’inizio sono attraenti, ma poi perdono smalto e lasciano vuoti, scontenti, ti lasciano così, una cosa vuota. I pensieri di Dio, al contrario, suscitano dapprima una certa resistenza – “Ma questa cosa noiosa dei santi non andrò a leggere”, ma quando li si accoglie portano una pace sconosciuta, che dura tanto tempo. 

E, di conseguenza, l’altro versante: il punto di arrivo dei pensieri. All’inizio la situazione non sembra così chiara. C’è uno sviluppo del discernimento: per esempio capiamo cosa sia il bene per noi non in modo astratto, generale, ma nel percorso della nostra vita.

E prosegue il Papa: c’è una storia che precede chi discerne, una storia che è indispensabile conoscere, perché il discernimento non è una sorta di oracolo o di fatalismo o una cosa di laboratorio, come gettare la sorte su due possibilità. Le grandi domande sorgono quando nella vita abbiamo già fatto un tratto di strada, ed è a quel percorso che dobbiamo tornare per capire cosa stiamo cercando. Se nella vita si fa un po’ di strada, lì: “Ma perché cammino in questa direzione, che sto cercando?”, e lì si fa il discernimento.

Occorre stare sempre in guardia, perché anche a noi capita di avere pensieri che ci portano nella direzione del vuoto. Tante volte cominciamo a pensare una cosa e restiamo lì e poi siamo rimasti delusi. Invece facciamo un’opera di carità, facciamo una cosa buona e sentiamo qualcosa di felicità, ti viene un pensiero buono e ti viene la felicità, una cosa di gioia, è un’esperienza tutta nostra. 

La cosa molto importante, per poter vivere nel discernimento, è domandarsi cosa vive il nostro cuore. È questo che noi dobbiamo imparare: ascoltare il proprio cuore: per conoscere cosa succede, quale decisione prendere, fare un giudizio su una situazione, occorre ascoltare il proprio cuore. Noi ascoltiamo la televisione, la radio, il telefonino, siamo maestri dell’ascolto, ma ti domando: tu sai ascoltare il tuo cuore? Tu ti fermi per dire: “Ma il mio cuore come sta? È soddisfatto, è triste, cerca qualcosa?” . Per prendere delle decisioni belle occorre ascoltare il proprio cuore. 

A volte nella nostra vita capitano degli eventi, che noi tendiamo a leggere come casuali. A volte sono anche contrattempi, che ci stanno scomodi. Eppure anche e a volte soprattutto lì, Dio ci parla. Un contrattempo che però racchiude una possibile svolta. Solo dopo un po’ di tempo Ignazio se ne accorgerà, e a quel punto vi dedicherà tutta la sua attenzione. Ascoltate bene: Dio lavora attraverso eventi non programmabili quel per caso, ma per caso mi è successo questo, per caso ho incontrato questa persona, per caso ho visto questo film, non era programmato ma Dio lavora attraverso eventi non programmabili, e anche nei contrattempi (…) Vedere cosa succede quando viviamo cose che non aspettiamo e lì impariamo a conoscere il nostro cuore come si muove. 

Il discernimento serve a riconoscere una strada che il Signore stesso ci aiuta a fare, quando decide di abitare gli avvenimenti della nostra vita, tanto da poterci condurre da Lui. Conclude dunque papa Francesco: può nascere una cosa che ti fa migliorare nel cammino o peggiorare non so, ma stare attenti e il filo conduttore più bello è dato dalle cose inattese: “come mi muovo di fronte a ciò?”. Il Signore ci aiuti a sentire il nostro cuore e a veder quando è Lui che attua e quando non è Lui ed è un’altra cosa.