Consegue il baccellierato in Teologia (1979)
È ordinato sacerdote per la diocesi di Roma il 2 giugno 1984 nella cattedrale di Trani dal cardinale Ugo Poletti.
Il 31 gennaio 2012 è eletto vescovo titolare di Cittanova e ausiliare di Roma. Riceve la consacrazione episcopale il 14 aprile 2012 per l’imposizione delle mani del cardinale Agostino Vallini,
Laureato in medicina a Bari, ha completato la formazione al Sacerdozio presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, e a Roma è diventato prima Assistente Ecclesiastico dell’Università Cattolica per la Facoltà di Medicina, quindi nel 1991 è stato nominato Incaricato della Pastorale Universitaria fino a essere, dal 1998, Delegato della Pastorale Universitaria e Sanitaria del Vicariato di Roma.
Dal 2010 è Rettore della Chiesa di San Gregorio Nazianzeno a Montecitorio e Cappellano della Camera dei Deputati.
Da vescovo, titolare della sede di Cittanova, Aemona, «conserva la responsabilità della Pastorale Universitaria e succede a S.E. Mons. Armando Brambilla come Delegato per la Pastorale Sanitaria, affiancato nel ruolo di Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Sanitaria del Vicariato da don Andrea Manto».
Siamo nell’anno del Giubileo della Misericordia e per tale occasione ha pubblicato recentemente 2 libri: Vangelo della Misericordia per un nuovo sviluppo globale.. E’ un vero e proprio itinerario teologico che permette di creare un nuovo sviluppo globale; in che modo?
Credo che il Vangelo della Misericordia, se è ben compreso, aiuta non soltanto a fare una profonda esperienza di incontro con il Signore, e ci fa sperimentare nella nostra vita, il desiderio d’incontrarci con la sua Misericordia, ma quest’incontro permette a tutti i battezzati, di essere capaci ad individuare alcune soluzioni, in modo tale che ogni uomo si senta partecipe e possa condividere la vita sociale e comunitaria.
Viviamo in un momento in cui, siamo davanti a delle reali difficoltà, non solo economiche ma anche sociali dove emerge sempre di più, una divaricazione, tra chi possiede tanto e chi vive in situazioni di isolamento e povertà.
Impegnarsi per costruire, per pensare, per elaborare un nuovo sviluppo globale, come Papa Francesco, più volte ci ha sollecitato a fare, può e deve nascere da questo incontro personale con Cristo.
Il Vangelo della Misericordia, non è un fatto personale e privato, ma è un dono che ciascuno di noi riceve, e deve tradurlo affinchè ognuno di noi possa sperimentare la dignità della persona umana ed è Dio stesso a garantire la dignità all’uomo.
Il secondo scritto dedicato alla Misericordia s’intitola “Vadamecum dei giovani per l’anno della misericordia” un mix di lettere che lei ha indirizzato ai giovani?
E’ un “Vadamecum” per i giovani e raccoglie le mie lettere, scritte agli universitari, e sono un occasione molto semplice, a partire da alcuni riferimenti personali in cui ho vissuto la mia esperienza di fede, per condividerla insieme ai giovani. Alcuni giovani, molte volte, fanno fatica ad essere studenti universitari (in questo caso) e vivere l’esperienza della fede.
Bisogna far capire agli universitari, che è possibile unire la vita di fede con la vita di ricerca, ansi tanto più si ricerca e si studia e tanto più è facile incontrare il Signore.
Nel suo ultimo saggio “Dall’Evangelii Nuntiandi all’Evangelii Gaudium” mette in risalto il coraggio della modernità, parlando della crisi dei 2 mondi. Come si può riemergere da questa crisi sia dal campo finanziario e civile che dal campo spirituale?
Credo che il tema della modernità, molte volte è stato in contrapposizione nei confronti della fede cattolica, come se la fede cattolica fosse in opposizione alla modernità.
Ciò che l’uomo ha interpretato come modernità, si sta rivelando essere contro l’uomo stesso. Il cristianesimo ha la grande responsabilità che è quella di aiutare l’umanità a capire come realizzare una vera modernità, in cui il sistema economico finanziario, non sia un obiettivo della vita sociale, ma sia davvero a servizio della crescita di tutti.
Per fare ciò, è necessario credere che l’evangelizzazione favorisce la crescita della modernità. Molti pensano che dove c’è l’evangelizzazione non ci può essere modernità. Con mio libro, voglio aiutare a riflettere che non è così e adesso, ne vale la pena rischiare sul Vangelo.
Come possiamo riuscire a far comunicare concretezza e speranza sia ai laici che agli ecclesiastici?
Innanzitutto, bisogna aiutarsi fraternamente a fare esperienza di Cristo oggi. Abbiamo l’idea che l’incontro con Cristo sia un fatto soggettivo e spirituale ma non è così. Noi nella Chiesa, possiamo davvero incontrare Cristo, attraverso la Sua parola, la celebrazione dei sacramenti, attraverso la vita comunitaria ed il servizio. Questa è un esperienza reale che noi possiamo fare, ed unendo sia la dimensione intellettuale che quella spirituale di una persona, sperimentiamo la reale presenza di Cristo nella vita della Chiesa.
Mons Leuzzi, lei ha una particolare attenzione per i giovani. In che modo i giovani, possono rappresentare un vero e proprio Vadamecum per accompagnare il loro cammino giubilare della Misericordia?
Credo che l’esperienza più bella è quella di riuscire a capire che noi non abbiamo bisogno di essere riconosciuti … molti giovani si trovano in crisi esistenziale, si sentono emarginati, abbandonati. L’anno della Misericordia è proprio la proposta, da parte di Dio che l’uomo non ha bisogno di essere riconosciuto, se i giovani riescono a sperimentare il fatto che sono già riconosciuti, non hanno bisogno di lottare per sentirsi affermati.
Penso che questa sia l’esperienza più grande che ridà loro, la fiducia e la serenità, per affrontare le difficoltà della vita giovanile come le proprie scelte vocazionali.
Servizio di Rita Sberna
Monsignor Leuzzi ha raccontato di non avere dubbi sul fatto che, in barba ai luoghi comuni imperanti, anche i giovani si interessino di questi argomenti. “