Migranti: la vera posizione della Chiesa e di papa Francesco
Un’altra dimostrazione dell’approccio non ideologico che la Chiesa ha sempre avuto riguardo al fenomeno è nella pratica missionaria. Da secoli gesuiti, salesiani, comboniani e numerose altre congregazioni portano il Vangelo tra gli ultimi della terra e, in modo più o meno diretto, favoriscono quello sviluppo umano, sociale ed economico, che molte organizzazioni internazionali e non governative cercano ugualmente di promuovere ma in modo decisamente meno brillante. Per usare un’espressione piuttosto equivocata del dibattito recente, potremmo azzardarci a dire che la Chiesa non ha mai avuto problemi ad “aiutare a casa loro” i popoli meno fortunati.
La bellezza della dottrina sociale della Chiesa sull’immigrazione è proprio nel porsi fuori al di fuori di qualunque estremismo e semplificazione di comodo. Insegna il dovere di soccorrere l’essere umano in difficoltà ma lo fa, richiamando anche il più “debole” ai propri doveri e alle proprie responsabilità, per emanciparsi da tutte quelle forme di ‘assistenzialismo’ che nuocciono alla sua stessa dignità. È anche per questo che i migranti che rifiutano l’integrazione, si approfittano dell’aiuto ricevuto e delinquono non sono meritevoli di vivere nel paese che li ospita. Nessuna forma di accoglienza potrà considerarsi tale se contraria al bene comune.
A tal proposito non è fuori luogo ricordare una realtà tutt’altro che ovvia: nessun migrante si allontana dalla patria senza un minimo di groppo in gola. Lo sapevano i nostri nonni e bisnonni imbarcati su un transatlantico diretto verso l’America, lo sanno anche i nostri amici, figli, fratelli e cugini, che in questi anni abbandonano l’Italia, con titoli di studio prestigiosi eppure senza prospettive nel nostro paese: emigrare è sempre un sacrificio, un taglio netto con la tua famiglia e i tuoi affetti; sai quello che lasci, non sai quello che trovi. Allo stesso modo, chiunque abbia abbandonato l’Africa, il Medio Oriente o il subcontinente indiano, per un viaggio di fortuna alla volta del Mediterraneo, quindi dell’Europa, non l’ha fatto volentieri. Una ragione in più per dargli una chance in un altro paese, senza però trascurare la possibilità di un ritorno alla sua terra, così come è capitato a molti dei nostri avi, rientrati dagli Stati Uniti, dall’Argentina o dalla Germania, allorquando l’Italia conobbe il suo primo boom economico.
I flussi migratori, com’è noto, sono difficili, quasi impossibili da arrestare. Sarebbe però irresponsabile se i grandi poteri politici, economici e finanziari continuassero a fomentare – direttamente o indirettamente – il mito di un mondo in continuo e forsennato movimento, con popoli destinati a veder dissolvere la loro cultura e tradizioni originarie in un’unica anonima e imprecisata identità globale, che fa unicamente il gioco del nuovo pensiero unico capitalista, che considera le persone solo come forza lavoro, quando non merci vere e proprie. Accogliamo, dunque. Ma senza trascurare lo sviluppo dei popoli e delle civiltà. Senza trascurare la fine dei vari focolai di guerra, anch’essi generatori di flussi inarrestabili di profughi. Senza trascurare la lotta alle nuove schiavitù, al terrorismo a sfondo religioso e a tutte le violazioni della dignità umana. [Luca Marcolivio]
(1) Per approfondimenti:
http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2017/january/documents/papa-francesco_20170109_corpo-diplomatico.html
http://it.radiovaticana.va/news/2015/08/07/papa_famiglia_e_societ%C3%A0_senza_conflitti_sarebbero_cimitero/1163632
http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2017/07/04/il-papa-allansa-leuropa-aiuti-i-migranti_7702a8e5-e3aa-4875-b245-20fe3154f3b2.html
http://www5.ansa.it/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2017/10/26/papa-migranti-siano-accolti-loro-rispettino-leggi_1cab75f1-9dc6-41f0-b875-12f53abef1f7.html