“A Medjugorje, vidi il buio e una scritta davanti ai miei occhi: GESU’”

“A Medjugorje, vidi il buio e una scritta davanti ai miei occhi: GESU’”

E proprio lì accadde qualcosa di straordinario. Raccontaci

Ero giunto a 10 metri da lei, e questa suora ci venne incontro come se mi conoscesse da molto tempo.

A quel punto, Suor Josipa mi diede la mano, e non vidi più nulla. Si fece buio attorno a me e vidi una scritta di colore giallo che diceva “GESU’”.

Era il 25 luglio, alle 8 della sera, era ancora giorno… e così dopo questa straordinaria visione le chiesi se potevo parlare con lei. Mi diede appuntamento alla messa del mattino seguente.

Ma, tornato in albergo a Mostar, dormii tutta la notte fino a mezzogiorno, per cui saltai l’appuntamento e la santa messa, e andai a Medjugorje alle 16 del pomeriggio.

Avevo completamente dimenticato quella visione. E poi, non andavo mai a messa, per cui per me era tutto normale.

Dopo tanti anni, mi raccontarono che la suora non vedendomi arrivare, consigliò i ragazzi, prima che io partissi, di portarmi sulla montagna della croce: il Križevac.

La salita al monte Križevac, è stato l’inizio di un rivedere tutta la tua vita sotto altri occhi?

Sì, esatto. Andai l’indomani mattina al Križevac, mi recai in macchina ai piedi della montagna. Durante il tragitto provai a recitare l’Ave Maria ma ebbi grandi difficoltà.

E dire che da piccolo ero un bambino modello, chierichetto, 10 in condotta! Alle superiori poi mi allontanai dalla chiesa e dalla fede, divenni come gli altri, commettendo danni al prossimo e offese a Dio.

Mi colpì però questo fatto di non riuscire a recitare l’Ave Maria.

Comunque, salendo il Križevac, provai a pregare insieme agli altri ma dopo qualche minuto entrai “in soprappensiero” anche se oggi chiamerei questo mio pensare, una illuminazione dello Spirito Santo che mi concesse di rivedere tutta la mia vita. Prima di arrivare davanti alla croce, in un tratto sentii una voce chiara e paterna che mi disse “Questo è quello che tu hai fatto. Io ti propongo un’altra vita”.

Subito capii che Dio c’era ed era stato sempre con me e mi stava dando la possibilità di amare e di ricominciare. Poi, davanti alla croce mi misi a piangere per 20 minuti senza potermi fermare. Percepivo un profondo senso di gratitudine e di pentimento. Lì è iniziata la mia conversione!

In quell’occasione hai deciso di rimanere a Medjugorje. Per quanto tempo?

Rimasi a Medjugorje per 16 giorni e volli iniziare a conoscere Gesù attraverso il Vangelo.

Ritornai da Medjugorje pieno di sentimenti d’amore ma mai avrei pensato che un giorno sarei diventato frate.

La sua ordinazione presbiterale avvenne nel 1997. Ma com’è arrivata la vocazione francescana nella sua vita?

Nel 1987 avevo 32 anni e per un anno, non pensai alla vita religiosa e sacerdotale. Tutti me lo chiedevano… stavo sempre con la Bibbia in mano, mi vedevano pregare e frequentare la messa… però a queste affermazioni e domande rispondevo che non sentivo nel cuore la chiamata a consacrarmi.

Dopo un anno cambiò qualcosa, cominciai a dare delle risposte diverse… mi ero aperto alla volontà di Dio qualunque essa fosse.

Il primo segno fu l’anno successivo, sulla nave di ritorno da Medjugorje. Avevo conosciuto Suor Cornelia (la sorella di Suor Josipa), viaggiò con me e mi regalò un Crocefisso di Gerusalemme di madreperla e nel donarmelo mi disse “Tu saresti un bel fraticello”. In quel momento capii che era possibile.