La guarigione di Francesco: il miracolo che ha reso beata Madre Speranza
“Certo che andremo!” Si chinò verso Francesco Maria e con la mano gli fece ciao ed il bambino rispose con la manina. Si alzò, mi guardò diritto negli occhi e mi ripeté: “Mi raccomando, andate presto da Madre Speranza”.
Lo salutai e mi avviai verso casa letteralmente scappando. Mi girai per guardarlo, si era riseduto sulla panchina, e rivolto ancora verso di me, mi sorrise come per dire ”va tutto bene”.
Feci il giro dell’isolato per calmarmi, perché nella mente mi sconcertava l’idea dell’altra mamma: cosa voleva dire?, tornai indietro, ma non c’era più. Chiesi alle persone sedute sulla panchina accanto, se avessero visto quel signore con il quale mi ero intrattenuta.
‐ “Sì, si è alzato ed è andato via”.
‐ “Lo conoscete? E’ di Cilavegna?” Domandai.
‐ “No” risposero” mai visto. Noi in paese ci conosciamo tutti”.
‐ “Sicuramente veniva da fuori”.
‐ “Una persona così distinta e di bella presenza non poteva non essere notata. Noi nel parco
veniamo tutti i giorni”.
Queste affermazioni attenuarono il mio turbamento perché così ebbi la conferma che non fu un sogno, ma vissi realmente un’esperienza straordinaria.
Ciò che non capivi di quel signore misterioso erano alcune frasi come per esempio “Francesco ha trovato la sua mamma” … frase a cui dopo hai dato significato …
Sì, fu mia suocera che diede una risposta a questa domanda. Ci disse che quando lo zio don Giuseppe stava per partire da Collevalenza ed era già al cancello di uscita, sentì un forte richiamo a tornare sulla tomba di Madre Speranza. Pregò di nuovo per la famiglia ma raccomandò in modo particolare Francesco Maria: se fosse stata la volontà di Dio che andasse in cielo che sostenesse la famiglia, ma se questa non fosse stata la sua volontà, che la Madre lo proteggesse come un figlio, che lo adottasse.
Intanto arrivò la domenica, il giorno in cui quel signore misterioso ti predisse che Francesco sarebbe guarito. E’ stato così?
Sì, nei giorni successivi ci preparammo per fare la festa per Francesco. Dovevamo rispondere alla notizia della guarigione in maniera adeguata, così preparammo tutto ciò che era necessario per un compleanno. Quel giorno era presenta tutta la famiglia per festeggiare il compleanno di Francesco, ma noi avevamo una gran paura, pochi giorni prima Francesco era andato in pronto soccorso perché aveva ingerito una briciola di pane biscottato. Lo zio capì i nostri sentimenti e ci prese da parte e ci disse che dovevamo prendere una posizione: Dio aveva fatto i suoi passi, ora dovevamo farli noi, dovevamo affidarci e fidarci del Buon Gesù. Non ci fu tempo per pensare perché Francesco, in braccio a mia suocera, mise tutte e due le manine nella torta e si leccò le dita. A quel punto non c’era più nulla da difendere e gli demmo da mangiare tutto ciò che non avrebbe dovuto mangiare. E come era felice!
Chi era secondo te quel signore misterioso?
Chi può dirlo? non mi disse nulla di lui, anzi mi disse che lui non era importante, di focalizzare la mia attenzione su ciò che stava dicendo.
Senz’altro fu un messaggero, il messaggio più importante della nostra vita.
Quando vi recaste per la prima volta a Collevalenza?
Riuscimmo ad andare a Collevalenza ai primi di agosto di quello stesso anno, per ringraziare per la grazia ottenuta.
Frequentando il santuario, iniziano per la vostra famiglia una serie di domande e dei vuoti da riempire. Arriva però un segno dal cielo che riguarda la “sensibilizzazione all’affido”. Cosa successe esattamente?
Abbiamo capito che la nostra famiglia, che già aveva conosciuto l’Amore Misericordioso di Dio attraverso il suo araldo, la Beata Madre Speranza di Gesù, ora veniva interpellata da Lui per qualcosa. Una sera andammo ad una serata di sensibilizzazione per l’affido. Capimmo che era la risposta alla nostra richiesta di come mettersi a disposizione della Sua volontà. Così ci siamo aperti per accogliere i figli di Dio abbandonati o le cui famiglie non riuscivano a mantenerli o che erano stati allontanati per la loro incolumità. Il risultato sono stati nove bimbi che hanno vissuto con noi negli ultimi 14 anni.
Alina Maria è una di queste figlie affidate dalla provvidenza. Ha una storia incredibile …
Alina Maria è entrata come affido.. una cucciola nata alla 22 settimana, 3 arresti cardiaci , 2 emorragie celebrali. É stata abbandonata alla nascita dalla mamma, per 3 mesi è rimasta sola poi è entrata nella nostra famiglia, con tanti problemi di salute, tante conseguenze dovute alla sua prematurità sia all’abbandono così piccola. Dopo circa un anno il tribunale di Minori ci ha chiesto se volevamo adottarla. Oggi è la peste della famiglia ed una grandissima gioia.