Da “Sbattezzato” a “Ribattezzato”, la storia di Maurizio Elia Spezia

Maurizio Elia Spezia è un giovane metalmeccanico, sposato con Denis . La sua storia è particolare ed in questa intervista esclusiva rilasciata a Rita Sberna ha deciso di raccontarla.
Vive da solo, dall’età di 21 anni, i suoi genitori si sono separati quando lui era adolescente. Maurizio nel 2010 inizia a nutrire un odio profondo per la Chiesa cattolica ed a nutrire seri dubbi sulla reale esistenza storica di Gesù, per cui decide di farsi “sbattezzare”. Era un comunista razionalista, ma durante questi 4 anni, Maurizio ha avuto modo di riflettere sulla sua fede, sull’operato della Chiesa e sul bene che quest’ultima opera ogni giorno.
Il 13 settembre 2014, Maurizio Spezia riceve nuovamente il “battesimo”, e proprio come la parabola del Figliol Prodigo, torna a chiedere perdono al Padre Misericordioso, ed oggi difende la chiesa anche dalla massoneria. Un po’ di tempo fa, girava con una maglietta che aveva una scritta particolare “Se conosci un massone denuncialo alla parrocchia più vicina”.
Maurizio cura diversi blog, uno tra i tanti si chiama “Il Bisbetico indomabile”. Ha preso insieme a Denis, la decisione di praticare la castità fino al matrimonio ed insieme conducono un percorso di fede, con l’aiuto di Don Piero, approfondendo con appuntamenti settimanali , la parola del Vangelo.
A seguire l’intervista.

Maurizio cosa ti ha spinto a “sbattezzarti” nel 2010?
In realtà non ci si può sbattezzare perché il sacramento del battesimo non viene mai tolto. Lo “sbattezzo” è una richiesta formale e burocratica, che viene fatta alla Chiesa cattolica e che comporta delle conseguenze molto gravi, soprattutto quando poi si comprende a fondo, l’errore che si è fatto. Facendo una richiesta del genere alla Chiesa cattolica, si cade in piena apostasia.
Ero deviato da ideologie di sinistra, dai contenuti televisivi che oggi i media offrono ai giovani e così ho cominciato ad allontanarmi e a credere che la Chiesa cattolica fosse brutta e cattiva, che Dio fosse solo un invenzione e che Gesù Cristo fosse solo un personaggio del quale molti parlano ma che non aveva dei riscontri storici.
Poi grazie a Dio, dal momento in cui ricevetti la risposta dello sbattezzo, dalla Parrocchia dove mi ero battezzato, è scattato in me un qualcosa.
Da lì ho cominciato una ricerca, che mi ha portato al 13 settembre 2014 ovvero al rito di riammissione nella Chiesa cattolica.

Non avevi mai creduto al valore che ha il Battesimo e al fatto che si riceve lo Spirito Santo attraverso di esso?
No assolutamente. Ero succube di quella propaganda che porta lontano, dal capire quanto sia importante non cadere nel peccato e di non compromettere la propria anima con il peccato.
Per cui non pensavo alle possibili conseguenze che poteva subire la mia anima e quella delle persone che mi stavano vicine.
Così ho fatto una ricerca su internet ed ho scaricato i moduli per fare la richiesta dello “sbattezzo”. Internet sembra la fonte di informazioni più bella del mondo, alcuni dicono che sia più veritiero della televisione, invece non è proprio così anzi è pieno di tentazioni e di tante altre cose.
Infatti sono caduto in tentazione e ho fatto questo gravissimo errore che ancora oggi, pian piano sto cercando di rimediare.

Come arriva la decisione a voler rientrare a far parte della Chiesa cattolica?
Tutto è iniziato l’11 gennaio del 2012, al termine di una conferenza a Milano, stavo parlando con dei ragazzi di come si sarebbe potuto contrastare il male su questa terra, e avevo appena iniziato a fare le mie riflessioni in presenza di questi giovani. Ad un certo punto mi venne spontaneo dire che probabilmente la preghiera è una delle armi più forti che noi abbiamo per contrastare il male.
Quel giorno, mi fu regalata da uno di questi ragazzi, una Medaglietta della Madonna Miracolosa e da quel giorno non me ne sono più separato, la porto nel portafoglio e la tengo sempre con me.
La mia vita e quella di Denis, cominciò a cambiare radicalmente proprio dall’11 gennaio 2012. Cominciai ad avvicinarmi alla preghiera, prima di tutto alla preghiera personale, poi grazie a due ragazzi, Laura e Daniele che saranno anche i nostri testimoni di nozze e grazie a tutti i ragazzi del gruppo di “Lo sai”, andammo a Teramo ad una messa celebrata in latino.
Quella messa, affascinò me e Denis, infatti quando arrivammo a casa, cercammo su un sito internet , se nelle nostre chiese vicine, poteva esserci la celebrazione di una messa in latino.
Guarda “caso”, la messa in latino, veniva celebrata proprio nella Parrocchia in cui venni battezzato ed a celebrarla era il parroco a cui avevo richiesto lo sbattezzo.
Questo per me è stato un messaggio chiaro da parte del Signore, è stato per me come un “ritorno alla casa del Padre”.
Così partecipammo a quella messa, la prima domenica a nostra disposizione, e lì abbiamo avuto modo di conoscere delle persone e dei sacerdoti fantastici che ci hanno aiutato parecchio.

La svolta vera e propria, alla riammissione a far parte della Chiesa cattolica, avviene il 19 marzo, per la festa di San Giuseppe. Puoi raccontarci?
Diciamo che stavo già cercando in giro, un sacerdote che poteva aiutarmi in questo percorso delicato. Purtroppo i sacerdoti che avevo incontrato, non erano molto preparati su quest’argomento che riguardava lo sbattezzo.
Il 19 marzo, nel giorno di San Giuseppe, organizzammo un piccolo ritiro Spirituale e proprio in quell’occasione conobbi Don Piero, un sacerdote del Sacro Monte di Varese. Cominciammo a chiacchierare in Sacrestia, prima che il Ritiro Spirituale cominciasse.
Ci scambiammo i numeri di telefono e da quel giorno per me e Denis, cominciò un percorso di fede che ci ha permesso di ottenere la riammissione alla Chiesa cattolica.

Secondo te, oggi ci sono molte persone che decidono di farsi “sbattezzare”?
Diciamo di sì, proprio perché la propaganda dei “razionali” è diventata sempre più accanita.
Però dobbiamo dire che queste persone che propongono lo sbattezzo, non sono persone atee ma bensì hanno un volontà ben chiara. Basta vedere chi viene proposto alle Elezioni Regionali, e subito capiamo con chi abbiamo a che fare.
Non abbiamo a che fare sicuramente con persone che dicono di non credere in niente, ma abbiamo a che fare con persone che credono nel male.
Tutto questo oggi aiuta il male a crescere e a divulgarsi.

Perché secondo te, fra tutte le religioni che esistono, c’è un accanimento particolare contro la Chiesa cattolica?
Innanzitutto l’accanimento particolare è contro la Chiesa cattolica perché essa è “la verità”.
Cosa bisogna fare per nascondere la verità? Prendersela con l’unica verità rivelata.
Oltretutto, sappiamo che la Massoneria da tantissimi anni lavora contro la Chiesa cattolica, ed oggi comanda la gran parte delle Istituzioni Politiche, dei Mass Media, soprattutto controlla la Finanza perché sappiamo che senza soldi non si può andare da nessuna parte.
La Massoneria ha utilizzato secoli di propaganda, proprio per andare contro la verità e per diffondere il “relativismo”. Ha pianificato tutto per far sembrare una cosa uguale all’altra, ma niente può essere uguale a Gesù Cristo.
Sappiamo benissimo, come già ci avevano annunciato Papa Clemente XII e Papa Benedetto XVI, che la Chiesa cattolica condanna la massoneria e di conseguenza la massoneria con la Chiesa cattolica, non ha nulla a che vedere. C’è stato qualche caso anni fa, come nel 1980 in cui la massoneria e la Chiesa avevano avuto un dialogo, ma mai la Chiesa cattolica ha ammesso questa realtà all’interno della Chiesa.
Purtroppo loro potranno passare il resto dei secoli, nel cercare di distruggere la verità, ma tutti quanti sappiamo che la verità trionferà sempre.

Cosa ringrazi oggi della Chiesa cattolica e cosa ti piace di essa?
Devo ringraziare la Chiesa per l’amore, infatti posso dire da quando io e Denis giriamo l’Italia, in particolar modo la Lombardia, il Piemonte e la Toscana, di aver incontrato sempre dei bravissimi sacerdoti, pronti a darci una mano e pronti ad accoglierci.
Anche se i media non propongono notizie a favore della Chiesa cattolica, sappiamo che la Madre Chiesa ha sempre aiutato le persone in difficoltà; ricordo il terremoto di Haiti, dove fu la Chiesa per prima a finanziare tutta la gente che stava male, oppure nell’alluvione di Genova, è stata la CEI per prima a muoversi, nel dare dei fonti alle persone che avevano subìto la tragedia.
Ancor oggi, la Chiesa lavora in maniera fervente per aiutare le persone in difficoltà, le persone che non hanno un lavoro, le persone che hanno fame. La Chiesa è sempre presente non soltanto in Italia ma in tutto il mondo, attraverso le missioni. Ci sono tanti aspetti della Madre Chiesa che pochi conoscono e ciò che viene detto è sempre il negativo, come avviene in alcuni programmi televisivi come Le Iene che non fanno altro che attaccare la Chiesa, sempre e comunque e mai una volta far vedere il lato buono.

Cosa vuoi dire a tutti coloro i quali, sono lontani ancora oggi, dalla fede e dalla verità del Vangelo?
Intanto come prima cosa fondamentale, vorrei consigliare di leggere il Vangelo perché purtroppo non tutti lo leggono. Ad esempio io e Denis, abbiamo finito di fare il corso prematrimoniale, e lì ci siamo accorti che c’era gente che non aveva mai letto il Vangelo e tanto meno la Bibbia.
Oggi abbiamo la fortuna di avere tante modalità per poterlo leggere. Abbiamo i telefonini smart-phone con delle applicazioni molto valide che possiamo scaricare per poter leggere il Vangelo tutti i giorni.
Voglio usare una frase di Don Norberto “per leggere il Vangelo di Marco, ci vogliono 33 minuti “ ed è un impegno che possiamo prenderci tutti perché se consideriamo che per vedere una partita di calcio ci vogliono 90 minuti (io lo so bene perché nel mio passato ho accumulato anni di stadio e di partite) se riusciamo ad impiegare questo tempo per una partita perché non dovremmo riuscire ad impiegare 33 minuti per leggere il Vangelo?!
Voglio usare un’altra frase di Don Norberto che mi ha colpito parecchio “Dio è educato e rimane fuori dalla tua porta, non entra prepotentemente in casa tua. Devi avere voglia di aprirgli la porta e fare entrare una boccata di aria fresca”.
Ciò vuol dire che bisogna riuscire ad impegnarsi nel leggere il Vangelo, nell’andare a messa perché poi tutto questo diventa una necessità. Oggi io non riesco a mancare alla messa domenicale, è una cosa che non riesco a fare perché è diventata per me, una fonte di acqua fresca dove mi reco puntualmente per dissetarmi.
Anche la preghiera quotidiana è diventata una necessità per me, infatti tutte le sere non appena esco dal lavoro, mi reco in una chiesa per recitare il Santo Rosario. Questo ci apre le porte per essere amati dal Signore, dalla Vergine Maria e anche da San Giuseppe (il Santo dimenticato) che ottiene un sacco di grazie e ne sono la testimonianza delle sue tante grazie ricevute.
Rita Sberna